N. 28  18 maggio 2024

Videogiochi, papiri di Ercolano e memi dei Simpson

Ciao,

la parte più difficile di questa newsletter è sempre quest'introduzione. Il miglior comportamento quando non si sa cosa dire sarebbe star zitti, precetto che - purtroppo - è seguito da pochi, soprattutto online. E io faccio violenza a me stesso quando mi sforzo di riempire questo riquadro di testo. Tuttavia, più di un lettore mi ha confessato di apprezzare queste brevi note, per cui...

La vita a Badalona, dove vivo, scorre tranquilla. La seconda settimana di maggio è quella delle feste patronali, in occasione delle quali si brucia il dimoni (“diavolo”), un pupazzo di legno, dopo varie sfilate allegoriche e uno spettacolo di luci e suoni e fuochi artificiali. È un evento molto atteso dalla cittadinanza. Il lungomare si riempie di gente e il clima è festoso e rilassato. La costruzione del dimoni occupa una decina di persone per varie settimane e ha un costo di circa 30 mila euro, che vanno, letteralmente, in fumo. Stranezze delle tradizioni popolari.

Cose che ho visto/letto ultimamente:

• L'ultima notte di Amore di Andrea Di Stefano, bel poliziesco con una colonna sonora avvincente, anche se a tratti poco credibile.
• Ogilvy & la publicidad, traduzione spagnola di Ogilvy on Advertising, testo del 1983 del mago della pubblicità David Ogilvy, ancora attualissimo.

Fine. A sabato prossimo.

P.S. Sì, “memi”, con la “i”. Il termine considerato da molti invariabile come imprestito dall'inglese, è attestato in italiano almeno dal 1976, como termine coniato dal biologo Richard Dawkins ne Il gene egoista per indicare un’entità di informazione replicabile, formato sulla falsariga di “gene”. “Gene-geni”, “meme-memi”.

Marco Cevoli (#`O′)